L’olmo montano è l’olmo più facilmente riconoscibile e si distingue per le sue larghe foglie disposte su corti piccioli e per l’assenza di germogli provenienti da polloni. Il tronco è spesso biforcuto in prossimità del terreno e la corteccia è dapprima liscia ma più tardi sviluppa spesse e diritte nervature e diventa grigia. Le foglie varianp molto quanto a forma ma sono larghe e molto ruvide la tatto. Come in tutti gli olmi la base della foglia si estende lungo il picciolo più da una parte che dall’altra, ma nell’olmo montano la parte più lunga attraversa il corto picciolo lo nasconde. I fiori rossi appaiono alla fine di febbraio e i frutti alati con il seme disposto nella parte centrale, sono visibile prima che le foglie si estendano completamente. L’olmo montano è un comune albero di foresta; è diffuso in particolar modo nel nord e nell’ovest ed è molto resistente alla malattia detta peste dell’olmo.
OLMO OLANDESE: una volta molto comune, l’olmo olandese è stato fortemente ridotto dalla malattia; ha corteccia screpolata molti polloni e rami estesi.

 

 

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  Uno degli alberi più comuni nelle zone in cui è presente l’acqua, l’ontano nero raramente raggiunge i 20 mt allo stato selvatico, se coltivato può toccare anche i 40mt. Da giovane ha un’insolita forma regolare e conica per non essere una conifera; gli esemplari maturi hanno invece chiome piuttosto aperte e distese. La corteccia è grigia o marone con una fitta rete di fessure superficiali. Le foglie sono arrotondate simili a quelle dl nocciolo, ma spesso con l’apice privo di dentelli, sono di colore verde brillante e piuttosto lucede con 4-7 paia di nervature. Le infiorescenze maschili sono abbastanza simili a quelle dlla betulla, ma con scaglie di color porpora che contrastano con i fiori gialli. Le infiorescenze femminili distinguono l’ontano da altri alberi simili, essendo a forma di cono e rimanendo sull’albero a lungo dopo che sono stati lasciati cadere i sottili semi alati.
ONTANO BIANCO: ha una corteccia liscia e grigia e foglie appuntite e ovali molto dentate e grigiastre nella pate sottostante.
ONTANO VERDE: ha foglie di forma intermedia rispetto alle due specie precedenti, e infiorescenze disposte a piccoli gruppi che spuntano insieme alle foglie.
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    E’ un albero elegante a crescita rapida, che raramente sopravvive oltre i 100 anni e si trova in quasi tutta l’Europa; si distingue per i rametti pendenti provenienti dai rami principali diritti e per la sua corteccia bianca squamata, con grosse macchie nere. Capace di raggiungere i 30 metri, sebbene raramente se ne possono osservare esemplari al di sopra dei 20mt, all’inizio dlla crescita la betulla è un albero nettamente conico con corteccia di colore marrone-rossastro. Le foglie sono ovali con lunga cima appuntita, ovviamente dentate, ma con dentelli più piccoli in corrispondenza delle nervature principali. Le infiorescenze maschili sono lunghe 4-5 cm, pendenti, giallastre e in piccoli gruppi; le infiorecsenze femminili sono più corte, in primavere verdi e rivolte verso l’alto per poi diventare pendenti e marroni in autunno, quando lasciano cadere masse di sottili semi alati. Ogni seme è dotato di due ali cartacee, grandi più del doppio dello stesso. La betulla verrucosa è un albero comune e caratteristico dei terreni secchi, sabbiosi e torbosi, e la si vede spesso colonizzare brughiere di erica.
Betulla Bianca: ha corteccia grigiastra e solcata non segnata come quella della betulla verrucosa e con rami dritti, le foglie hanno apice bruscamente appuntito e una sola fila di dentelli, le ali dei semi sono più strette, preferisce terreni più umidi. Sono molto comuni gli ibridi.
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   Pioppo Lombardo: ha una forma inconfondibile: pioppo nero cipressino.
Pioppo Canadese: come il pioppo nero, ma più grande e senza protuberanze sul tronco, chioma ordinata e rami ascendenti, scopi ornamentali.
Pioppo Balsamico: balsamico per il forte odore emanato in primavera dalle gemme grasse. Foglie di colore verde pallido e giallastre nella parte inferiore, pelose sulle nervature e a volte a forma di asso di picche. Come ibrido non ha infiorescenze maschili, ma solo lunghe e verdi infiorescenze femminili e si riproduce per polloni.
Pioppo a Frutto Peloso: non forma polloni, ha foglie con basi più diritte e rametti molto angolati.
 
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  Il pioppo nero fa parte di un vasto gruppo di pioppi caratterizzati dall’avere corteccia scura, profondamente solcata, foglie dentate e infiorscenze quasi glabre. Il vero pioppo europeo, che oggi non è più così frequente, è facilmente riconoscibile per la sua chioma sgraziata e goffa che raggiunge i 30-35 mt e per il tronco massiccio interrotto da grosse protuberanze. ha gemme piatte di colore verde chiaro, foglie lucide con bodi chiari che ne consentono il riconoscimento e peduncoli fogliari lunghi e rigidi. Gli alberi maschili generano masse di infiorescenze rosso chiaro in aprile, prima delle foglie; le infiorescenze femminili sono più lunghe e hanno fiori largamente spaziati. Il pioppo nero è presente nei boschi paludosi e lungo i corsi d’acqua in tutta l’Europa. Più spesso ne vengono coltivati gli ibridi.
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 E’ il più diffuso e il più piccolo pioppo europeo, raramente supera i 15 mt. Il pioppo tremulo ha corteccia liscia di colore verde argentato, ch a volte diventa narrone o grigiasytra e rametti leggermente lucidi. Può essere riconosciuto istantaneamente per le sue foglie quasi circolari, con una gradevole forma di conchiglia che si agitano sui lunghi steli nella brezza più leggera. Le foglie a forma di cuore e non dentellate, nascono dai germogli dei polloni originatisi alla base dell’albero, che possono formare cespugli. Prima che appaiono le foglie, l’albero maschile produce infiorescenze setose e ammassate lunghe 4-8 cm; gli alberi femminili hanno infiorescenze verdi che diventano bianche in maggio, quando vengono lasciati cadere i semi lanuginosi. Il pioppo tremulo non è diffuso solo geograficamente, estendendosi dall’Artico al mediterraneo e in Asia, ma lo è anche ecologicamente. Si può trovare più facilmente nei boschi umidi, nei filari da siepe, nelle zone torbose e nelle brughiere, spesso in compagnia della betulla bianca. Nei boschi la sua presenza è tradita dalle foglie che marciscono lentamente e rimangono sotto forma di lettiwera per tutto l’inverno.
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    I pioppi sono un complesso gruppo di piante delle quali spesso è difficile dire quali sono le specie vere e di dove sono native. Il pioppo bianco è sicuramente indigeno della panisola italiana dpve è presente nei boschi fino a 1500 mt di quota. Esso forma una chioma di taglia media, poco ramificata, piuttosto disordinata, e ha corteccia grigio-marrone screpolata. La corteccia degli esemplari giovani è biancastra e con macchie scure. I rametti giovani sono rugosi e coperti di uno strato bianco vellutato, e generano foglie profondamente lobate di colore verde opaco sulla parte superiore e bianche in quella inferiore. Le infiorescenze compaiono in marzo o all’inizio di aprile; quelle maschili sono di colore rosso-purpureo chiaro con peluria grigia e lunghe fino a 10 cm; quelle femminili sono verdastre con fiori ben separati. Il pioppo bianco è resistente al vento e produce polloni, pertanto viene piantato vicino al mare, in particolr modo per rendere stabile la sabbia.
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   Il rovere è un albero molto simile alla farnia, ma raramente da luogo alla massiccia e folta chioma di quest’ultima. Si distingue dalla farnia per i suoi rametti di colore grigio-porpora; per le sue foglie con lunghi piccioli che non hanno i piccoli lobi rivolti all’indietro e che si assottigliano in modo armonico verso lo stelo; per le sue ghiande pure prive di picciolo; tende inoltre ad avere fessurazioni più lunghe e dritte e a essere meno incrinata.
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Pino domestico. Uno dei panorami più carattristici della costa mediterranea è costituito dai boschetti di pino domestico che con la sua chioma a cupola crea zone molto ombreggiate. Il pino domestico è caratterizzato da corteccia marrone-arancio con profonde spaccature verticali e lunghi aghi grigiastri disposti a coppie. I coni maschili sono piccoli e arancioni; quelli femminili , quando maturano diventano pigne grandi, tondeggianti, piuttosto lucide e di colore piuttosto intenso che lasciano cadere un raccolto, econoomicamente prezioso, di semi commestibili, non alati, i pinoli. Resistente al terreno salato, è intensamente coltivato sulle coste mediterranee; è sensibile al gelo e quindi raro più a nord.
VARIETA’:
Pino Marittimo: le pigne sono molto più strette e coniche.
Pino di Scozia: albero estremamente variabile, coltivato per il legname
Pino Mugo: è quasi un arbusto, forma boscaglie sulle Alpi.
Pino Nero: è un magnifico albero alto e dalla chioma ramificata. Largamente coltivato come albero ornamentale.
Pino di Monterey: massiccio con chioma arrotondata. Ha pigne uniche che rimangono sempre sull’albero.
Pino Giallo dell’ovest: ha chiome strette, corteccia scrostata di colore rossastro o gialla, pigne più piccole e leggermente pungenti.
Pino Cembro: è uno dei più comuni pini coltivati che ha aghi in gruppi di cinque. Albero piuttosto piccolo con chioma densa e fitta.
Pino Strobo: Albero molto alto, usato in Italia come essenza da rimboschimento.
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E’ un albero massiccio, schiacciato con cima quasi piatta e tronco che può raggiungere dimensioni enormi e che solitamente è ramificato più volte si da assumere l’aspetto di una colonna. I rami superiori sono inseriti quasi tutti allo stesso livello; i rami inferiori sono spesso rivolti verso il basso. La corteccia ha tipico colore grigio-bruno opaco con lunghe creste sinuose e gli aghi sono più corti, più duri e solitamente di un verde opaco di quello del cedro deodara. I coni maschili sono grigiastri e lunghi 5cm. I coni femminili sono simili a quelli del cedro deodara, ma leggermente più appuntiti in cima e di colore marrone-rossastro a maturità. Il cedro del Libano è ora molto raro nella terra nativa del vicino oriente; viene spesso coltivato come pianta ornamentale nei parchi.
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