Curiosità

Si basa sulla valorizzazione della fertilità naturale del terreno riducendo drasticamente l’uso dei prodotti di sintesi chimica e quindi l’inquinamento ambientale e alimentare. Non si pratica la coltura ripetuta, ma l’avvicendamento (successione di colture diverse sullo stesso terreno secondo un ciclo detto rotazione) e spesso la consociazione (coltivazione contemporanea di due o più specie sullo stesso terreno) ; fertilizzanti e antiparassitari vengono sostituiti con pratiche agronomiche (per esempio diserbo manuale e meccanico) e con derivati naturali; si ricorre alla concimazione organica utilizzando il letame prodotto dagli animali allevati e il compost, ricavato dagli scarti vegetali; si combattono i parassiti con tecniche di lotta biologica.

 
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Curiosità
E’ stato stimato che l’80% della produzione alimentare deriva solo da 11 specie vegetali, due terzi delle quali sono cereali. Moòlte altre colture non srvono direttamente come cibo, ma entrano a far parte della nostra dieta a seguito di un processo di trasformazione industriale (per es. la barbabietola da zucchero, l’arachide, la soia, il girasole e l’ulivo. Vi sono poi specie che migliorano e arricchiscono la dieta dell’uomo (molte piante ortive e anche da frutto). Altre ancora sono usate per la produzione di bevande alcoliche; essenziale è anche il ruolo delle piante per il mantenimento dgli animali domestici. Oltre a fornire alimenti per l’uomo, le piante servono a molti altri scopi: le colture capaci di fornire molti semi oleosipossono fornire materia prima per l’industria (vernici, tinture, nylon, saponi, lubrificanti. Alcune specie sono coltivate per produrre fibre vegetali, oltre che olio (cotone e lino). Altre per ottenere sostanze utili come per es. aromi e stimolanti (luppolo, caffè, tabacco). Sono anche da citare colture di piante che dall’antichità sono state usate per la chemioterapia (piante officinali) e per molti altri scopi. Le colture vengono distinte in erbacee e legnose e sono studiate dall’agronomia speciale. Questa, utitlizzando indagini di laboratorio e di campo, da le direttiva per procedere alla coltivazione delle singole specie nei territori più o meno ampi che esse possono o potrebbero occupare.

Le piante erbacee. Le piante erbacee sono quelle che a differenza delle piante arboree e arbustive, hanno fusti non lignificati. Esse si distinguono in base alla durata del ciclo, in annuali, biennali e perennanti. Le prime hanno ciclo breve, che si svolge in un’unica stagione, dalla nascita alla maturazione dei semi. Le biennali fioriscono e maturano per poi morire l’anno successivo a quello in cui sono nate e ciò perchè per essere indotte alla fioritura devono trascorrere un periuodo di freddo. Le piante perennanti sono quelle che non muoiono dopo aver maturato i semi, ma che si mantengono vitali perchè dispongono di gemme che garantiscono i successivi ributti. Una classificazione delle colture erbacee può essere fatta tenendo presenti alcuni semplici concetti dell’ecologia. L’uomo è consumatore primario per la parte vegetariana della sua dieta e consumatore di secondo ordine quando si comporta come carnivoro: le coltivazioni erbacee possono essere perciò distinte in coltivazioni di piante alimentari e di piante foraggere. Nei trattati delle coltivazioni per ogni coltura vengono sempre considerati i seguenti aspetti: origine e importanza economica; caratteri botanici; esigenze ecologiche climatiche, del terreno, idriche, nutritive); Miglioramento genetico e varietà coltivate; avversità; agrotecnica; produzione, stima di parametri qualificativi, conservazione e utilizzazione. In particolare per ogni coltura l’agrotecnica tratta: posto nell’avvicendamento;preparazione del terreno; semina o trapianto (scelta del seme, quantità di semina, epoca di semina, distribuzione della semente); concimazione (dosi, epoche di distribuzione e tipi di concimi da impiegare); cure colturali (meccaniche, controllo delle erbe infestanti, controllo dei parassiti, tutti gli eventuali interventi sulla pianta); irrigazione; raccolta (epoca, modalità etc).
 
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Curiosità
Dal punto di vista ecologico la foresta rappresenta lo stadio di maggiore efficienza nella conversione dell’energia solare in biomassa e nell’utilizzazione delle risorse minerali. Grande è la sua importanza dal punto di vista idrogeologico. La vegetazione aerea attenua la velocità di caduta della pioggia, che viene quindi più facilmente trattenuta dai sistemi radicali delle piante favorendo una progressiva penetrazione nel suolo. Lo sviluppo di una foresta determina nell’ambiente una serie di importanti effetti di arricchimento e di stabilizzazione che, se riferiti a grandi estensioni arboree, possono avere influenza anche su scala continentale e mondiale. Per questo la distruzione di aree forestali sempre più vaste da parte dell’uomo rischia di rompere delicati equilibri ambientali. Quando una foresta viene distrutta scompaiono, con le specie ad alto fusto, anche tutte le altre numerosissime specie animali e vegetali che formano l’intero ecosistema. Inoltre le acque non più frenate, dilavano il terreno specie nelle zone di pendio, portando via l’humus e dando luogo a processi di disertificazione. Prima dell’inizio della civilizzazione si stima che le foreste ricoprissero non meno del 70% delle terre emerse mentre oggi raggiungono appena il 10% e, nell’attuale ritmo di distruzione, esse potrebbero scomparire in pochi decenni.
 
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Curiosità
L’immunità contro le malattie infettiva può essere ottenuta terapeuticamente mediante l’introduzione di microrganismi privati della loro virulenza (o di loro parti o prodotti), come avviene nella vaccinazione. In tal caso si parla anche di immunizzazione attiva ( si istaura grazie alla reazione dell’organismo) , mentre per immunizzazione passiva si intende quella acquisita mediante l’inoculazione di siero contenente anticorpi specifici, prelevato da un organismo già immunizzato contro un determinato antigene. La terapia antitossica e antinfettiva attuata in questo secondo modo è detta immunoterapia. L’immunoterapia antitumorale comprende una forma attiva che stimola i processi immunitari dell’organismo malato mediante vaccini tumorali, interferoni e interleuchina-2, e una forma adottiva , basata sulla somministrazione di anticorpi in grado di riconoscere le cellule tumorali o da linfociti prelevati dal paziente, attivati e reintrodotti nel paziente stesso. Nuove prospettive dell’immunoterapia sono legate all’applicazione degli anticorpi monoclonali (ottenibili in gran quantità e specifici nei confronti di un determinato antigene tumorale)
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